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Terres Touareg

L’oro blu del Sahara: la preziosa acqua dei Tuareg

L’acqua è vita, e questo è ancora più evidente nel deserto. I Tuareg, il popolo nomade del Sahara algerino, sono pienamente consapevoli dell’importanza
vitale dell’acqua e del “risparmio idrico” che devono fare ogni giorno. In queste vaste distese aride, la gestione dell’acqua – l’oro blu del Sahara –
è un’arte ancestrale per il popolo Tuareg.

L’acqua nel deserto: da dove viene?

Nel Sahara algerino, l’acqua proviene dalle montagne quando la neve si scioglie in primavera, alimentando i fiumi. Inoltre, le rare piogge che cadono defluiscono dai pendii e si infiltrano nel terreno per alimentare le falde acquifere. È a quest’acqua sotterranea che gli alberi, le piante e talvolta le persone attingono per sopravvivere in questo ambiente ostile.

Nelle regioni montuose del Sahara, le piogge possono provocare vere e proprie ondate che si precipitano lungo gli uadi, spazzando via tutto ciò che trovano sul loro cammino. Oltre a questi eventi, il deserto contiene riserve d’acqua più antiche e profonde, spesso situate a più di 1.000 metri di profondità. Queste sacche d’acqua, intrappolate sotto strati impermeabili, non si rinnovano e sono difficili da raggiungere.

L’acqua per i Tuareg: un bene prezioso

Per i Tuareg, l’acqua è chiamata “aman”, una parola spesso associata a “iman”, che significa vita. Questa associazione simbolica dimostra l’importanza dell’acqua nella cultura tuareg. Il pozzo è al centro della vita nomade. Non è solo una fonte di vita per le persone, gli animali e le piante, ma anche un luogo di incontro e di scambio di idee.

Come dice un proverbio tuareg: “Anche se le valli sono piene d’acqua, la stabilità è il pozzo”. Ogni campo nomade è organizzato intorno a un pozzo, un punto centrale per gli spostamenti durante la stagione secca. La solidarietà intorno all’acqua è di fondamentale importanza per il popolo tuareg, come testimoniano due proverbi: “Se trovi un animale randagio, abbeveralo come se ti appartenesse” e “Se un pastore passa vicino al tuo pozzo, dagli da bere, che sia ricco o povero”.

L’acquifero di Albien: il tesoro nascosto dell’Algeria

Sotto il Sahara algerino, tra Algeria, Tunisia e Libia, si trova la falda acquifera sotterranea più grande del mondo, nota come falda dell’Albien. Circa il 70% di questa falda si trova in Algeria, soprattutto nel sud-est del Paese. Questo bacino, formatosi più di un milione di anni fa, contiene più di 50.000 miliardi di metri cubi di acqua, la maggior parte della quale è salmastra e richiede un trattamento prima di poter essere consumata.

Nonostante le scarse precipitazioni nella regione, ogni anno vengono reintegrati circa 1,4 miliardi di metri cubi d’acqua, pari al 40% dei volumi utilizzati per soddisfare le esigenze delle oasi del Sahara algerino. Questo tesoro nascosto è essenziale per garantire la sopravvivenza delle popolazioni locali e dei Tuareg. È stato firmato un accordo tra Algeria, Tunisia e Libia per la gestione sostenibile di questa risorsa, sotto la supervisione dell’Osservatorio del Sahel e del Sahara.

L’acqua, spesso definita “l’oro blu del Sahara”, è un bene inestimabile per i Tuareg e le popolazioni del Sahara algerino. Che si tratti della gestione dei pozzi o dell’utilizzo della falda acquifera albiana, nel corso dei secoli il popolo tuareg ha sviluppato una conoscenza unica di questa risorsa vitale, attorno alla quale ruota la vita sociale, economica e ambientale del deserto.

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